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TURISMO SANITARIO: PERCHE’ IN ITALIA E LOMBARDIA NON E’ SVILUPPATO?

Il turismo sanitario è quel fenomeno per cui una persona per curarsi è disposto a risiedere per qualche tempo lontano da casa per potersi curare. La Lombardia è meta di numerosi connazionali che vengono a curarsi nella nostra regione. Ma obiettivo di questo intervento è capire il perché del turismo sanitario internazionale e i riflessi sul nostro Paese e in particolare la Lombardia.  Ogni anno nel Mondo 7 milioni di persone si mettono in viaggio per motivi di salute generando un volume d’affari che è stimato giungerà nelle 2018 a 150 miliardi di dollari di cui almeno 12 miliardi di euro in Europa.

Ad aprire la strada a questo nuovo mercato è stata  la Thailandia circa 15 anni fa. Non a caso la Thailandia è la prima destinazione in assoluto a livello mondiale nel campo del turismo medico con 1,2 milioni di visite, seguito dal Messico (un milione) dalla Malesia (850.000), USA (800.000), Singapore (610.000), e India (400.000).

Viene da chiedersi,  visto l’elevato livello di professionalità dei medici italiani che devono studiare ben 6 anni oltre ad almeno 3 di specializzazione, quale fiorente business potrebbe crearsi. Invece il saldo è negativo. A fronte di 200.000 pazienti italiani che vanno oltre confine solo 5.000 stranieri scelgono di farsi curare le nostre strutture sanitarie.  Noi italiani andiamo soprattutto in Croazia per le cure dentarie o in Turchia se abbiamo bisogno di un trapianto di capelli a costi contenuti. I pochi stranieri che vengono da noi (esclusi ovviamente i residenti)  lo fanno per prestazioni a più alto tasso di specializzazione e per ora sono soprattutto pazienti che provengono dai paesi arabi, Svizzera e Russia e che spendono per ogni intervento dai  20 ai  70.000 €.

E questo senza calcolare le spese generate dal corollario turistico. Perché spesso si accompagna il proprio familiare bisognoso di cure ed a volte il paziente stesso finisce poi per la alloggiare in qualche bell’albergo e fare shopping. Visto il promettente business e gli importanti riflessi sull’economia nazionale, viene da chiedersi perché il settore non sia più sviluppato. Forse perché gli imprenditori privati della Sanità preferisco il facile business dell’accreditamento al Sistema Sanitario Nazionale e lucrare sui rilavanti rimborsi piuttosto che rimboccarsi le maniche e fare concorrenza agli stranieri?

L’Italia è dopo la Cina e gli USA,  insieme alla Germania,  il più grande paese esportatore di merci e servizi. In particolare oltre alla moda e all’agro alimentare svettiamo con la meccanica strumentale. Si tratta dei classici “sciur Brambilla” che grazie alla creatività e all’intuito producono beni di qualità che riescono a competere sui mercati internazionali nonostante l’euro e il costo del lavoro elevato. Ma se abbiamo fior di medici (gli unici al Mondo a studiare 10 anni), e ottimi manager (tipo Marchionne) perché i campioni della sanità privata italiana attirano solo 5.000 € pazienti all’anno? Forse perché è più facile attingere dai fondi pubblici piuttosto che competere nei mercati internazionali? Forse perché questi “campioni” non sono così “efficienti” da poter competere con gli USA? Eppure riusciamo a competere molto bene in tanti altri settori. La sanità privata italiana (che vale circa il 50 % dell’intero sistema sanitario) è talmente innamorata del pubblico da non volersene staccare. Ma se hanno così tanto interesse al progresso sanitario pubblico italiano perché hanno scopo di lucro? In tutto questo mercato c’è qualcosa che non mi convince. Forse che qualcuno ha deciso di privatizzare la sanità italiana per mero tornaconto personale? Come mai un mercato che vale 150 miliardi di euro all’anno, non attira la sanità privata (il cui scopo è per definizione il lucro)?

Credo ci sia proprio molto di cui riflettere.

N.B. Per cardiologia e cardiochirurgia la prima destinazione sono gli USA, per le cure contro il cancro invece svettano Francia e Germania e a livello globale ancora una volta gli Stati Uniti. Se invece si ha bisogno di un semplice ritocco estetico la meta preferita è il Sudamerica in primo luogo il Costarica a seguire Brasile e Messico.

A proposito dell’articolo di cui sotto a me il link proposto da Confindustria non si apre. Sarà mia cura informarmi meglio di come i campioni della Sanità privata intendono creare valore per i loro azionisti non esclusivamente lucrando sulla salute degli italiani.

http://www.lastampa.it/2018/02/01/milano/gli-ospedali-privati-fanno-nascere-il-portale-del-turismo-sanitario-yV7xpNnnuj8yz4lKouD5UJ/pagina.html

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