In data odierna mi sono recato presso la Prefettura di Monza per l’accesso agli atti relativamente alla revoca del commissariamento dell’appalto Sangalli insieme all’avvocato Alessandra Iurlaro. Il colloquio con i funzionari della Prefettura è stato molto cordiale e abbiamo ricevuto gli atti richiesti. Dall’incontro è emerso che in relazione all’anno 2016 la cifra accantonata del Commissario Brugnoni per il solo appalto di Monza è di circa 1.800.000 €, mentre per l’intero anno 2017 è di circa 5.000.000 al lordo delle tasse. Dalla lettura del Bilancio 2017 della Sangalli potremo poi avere maggiori e precisi dettagli in merito.
A questo punto viene facile fare il conto che per 9 anni di appalto il margine dell’intero appalto è di 45.000.000 €. Insomma, alla città di Monza l’appalto viziato da corruzione, tutt’ora in corso di validità, è costato quasi la metà in più di una normale gestione fatta da una pur valida commissaria prefettizia. Ciò spiega perché Monza ha la tariffa rifiuti più alta della Brianza. A dire la verità da tempo il Movimento 5 Stelle sostiene questo, e lo aveva anche messo nero su bianco, con un esposto alla Corte dei Conti che ora verrà integrato con la nuova documentazione. Dal colloquio è emerso che accanto alla figura della commissaria Brugnoni, è stato affiancato un avvocato nominato sempre dal Prefetto, in modo da rafforzare la procedura del “tutoraggio” prevista in luogo del commissariamento revocato. Certamente la figura di un legale può aiutare a districarsi nell’ambito di una normativa non molto chiara. Nello specifico restano da sciogliere i nodi circa la destinazione dei fondi accantonanti dalla commissaria Brugnoni che ammontano ad almeno 5.000.000 netti circa (secondo un calcolo approssimativo). Viste le incertezze ci faremo carico tramite il nostro gruppo parlamentare al Senato di proporre un’interpretazione autentica della normativa, o una lieve modifica delle norme, che possa chiaramente indicare come destinatario delle somme accantonate il Comune di Monza in quanto stazione appaltante. Tutto questo non risolve però il problema del complessivo risarcimento del danno che un appalto viziato da corruzione ha recato ai cittadini monzesi. Il Comune deve farsi parte attiva per il recupero delle ingenti somme di utile aziendale di un appalto aggiudicato in presenza di una sola offerta con uno sconto dell’uno per cento. Tra l’altro è praticamente certo che si dovrà andare verso la proroga contrattuale non essendo ancora stato pubblicato il nuovo bando di gara. A questo punto viene da chiedersi visti i dati economici prodotti dalla Commissaria Brugnoni perché il Comune non chiede la revoca della transazione stipulata da Scanagatti e procede con la richiesta di risarcimento del danno contro la ditta Sangalli. Se il Comune non presenta il conto alla Sangalli, sarà magari la Corte dei Conti a chiedere i danni all’amministrazione comunale rimasta inerte. La cosa incredibile è che a fronte di danni così ingenti ed acclarati da pubblici funzionari nessuno procede a tutela delle ragioni dei cittadini e contribuenti. E nessuno tra l’altro solleva problemi a livello politico.