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LA PREVENZIONE SANITARIA E’ QUESTIONE DI PRECISE SCELTE POLITICHE

In Svizzera fin dagli anni ’60 è obbligatorio costruire bunker antiatomici ed attualmente in questi rifugi può trovare ospitalità il 95 % della popolazione. Questi rifugi sono dotati di razioni alimentari e filtri dell’aria che impediscono l’afflusso di aria contaminata da elementi radioattivi e da elementi propri della guerra nucleare batteriologica. La Svizzera aveva cioè scelto di proteggere i suoi abitanti da eventuali guerre nucleari o da attacchi con gas nervini  o batteri come l’antrace. Sono scelte politiche che per fortuna non sono mai state sperimentate nella loro validità. A fronte di chi programmava tali interventi per i propri abitanti abbiamo la Regione Lombardia che invece ha deciso di non programmare più nulla in materia sanitaria e di lasciare al privato gran parte della gestione sanitaria lombarda. Questa è stata una precisa scelta politica dell’ex Presidente Formigoni (quindi fin dagli anni ’90) che ha arricchito la sanità privata e annichilito quella pubblica. Attualmente il 40 % del budget sanitario regionale del valore di quasi 19 miliardi è di competenza della sanità privata. E’ implicito in tutto ciò che la Regione ha deciso di non programmare nulla. Gli ospedali per esempio non si costruiscono dove serve ma dove c’è un terreno di un “amico” da riconvertire a qualcosa di produttivo. La programmazione sanitaria viene sostituita dalla speculazione edilizia (AREXO e Città della Salute). La sanità privata decide di approvvigionarsi e di programmare i propri interventi in modo non coordinato con la sanità pubblica, cosicché la sanità privata non è soggetta alla programmazione dell’acquisto di beni e servizi per motivi di emergenza. Il privata organizza i fattori della produzione per un profitto economico e non  pensando ad una situazione di emergenza come può essere un attacco terroristico oppure un’epidemia o un terremoto. La gestione pubblica e privata della sanità hanno differenti finalità e non riconoscerlo non è intellettualmente corretto. La gestione della sanità, e lo vediamo nel momento dell’emergenza, deve rispondere ad un supremo interesse pubblico, fatto anche di scorte che eventualmente sono superiori ai normali lotti di acquisto proprio per far fronte all’emergenza. La sanità privata tende ad ottimizzare, mentre quella pubblica deve garantire sempre e comunque la salute dei cittadini anche a costo di non essere economicamente sostenibile. Che non significa spreco ma che si deve curare chiunque anche se costa tantissimo. La sanità privata garantisce solo le cure sostenibili economicamente e quindi non prevede in alcun modo di gestire un’emergenza. Altrimenti perché non privatizziamo i Vigile del Fuoco o la Marina Militare? Queste sono scelte politiche di base che Regione Lombardia in questi anni ha deciso di prendere nel senso della garanzia dello sviluppo del privato e della riduzione dell’operatività del pubblico. Semplificando anziché investire in autostrade nuove e poco utilizzate, si poteva scegliere di investire in reparti di terapia intensiva oppure di prevedere adeguate scorte di materiale sanitario anziché prevedere la copertura finanziaria del Gran Premio di F1 di Monza fino al 2025. Sono scelte politiche e di programmazione della prevenzione. Se si sbagliano poi sono dolori e i costi della errata programmazione si ritorcono su tutti noi cittadini.

 

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