Ha del grottesco la vicenda sull’incompatibilità del Presidente del Parco della Valle del Lambro.
Ormai le contraddizioni e le incomprensioni sono all’ordine del giorno.
A febbraio, a seguito di una mia richiesta di chiarimenti sulla presunta incompatibilità, la Regione aveva prima risposto di non aver compreso la mia domanda, per poi comunicarmi, a distanza di mesi, la sussistente incompatibilità tra la carica di Presidente di un Ente Parco e quella di Assessore comunale.
Se vivessimo in un Paese diverso, l’Avvocato Frigerio avrebbe già dato le dimissioni da uno dei due enti, ma siccome viviamo nella terra di Formigoni, accade che la Regione debba inviare una comunicazione a tutti gli Enti Parco affinché accertino “le eventuali incompatibilità e nel caso attivino i necessari procedimenti di contestazione e accertamento di decadenza”. Non a caso, a seguito del riscontro dell’incompatibilità del Presidente del Parco della Valle del Lambro, il 27 settembre 2019, Regione Lombardia ha inviato a tutti gli Enti Parco una circolare nella quale richiede ai responsabili per la prevenzione della corruzione e la trasparenza, di attivarsi per verificare che non sussistano in capo alle stesse situazioni simili.
In più, l’Avvocatura Regionale dopo aver affermato che il “presidente di un Ente Parco non può contemporaneamente rivestire la carica di componente della giunta o del consiglio di una provincia o di un comune con popolazione superiore a 15000.” ha aggiunto che per appurare l’incompatibilità “occorrerà verificare se per statuto il Presidente abbia diretti poteri di gestione dell’ente che presiede”.
In tale cortocircuito giuridico e di opportunità, non stupisce che la Regione abbia scritto il 19 settembre all’Ente Parco della Valle del Lambro per rimarcare l’incompatibilità delle cariche, chiedendo allo stesso di “attivarsi per i necessari procedimenti di contestazione e accertamento di decadenza dalla carica in caso di mancato esercizio del diritto di opzione”.
Ma ancor più incresciosa è apparsa la risposta del Parco della Valle del Lambro che ha invitato la Presidente a “presentare proprie memorie in merito nel termine di 20 giorni”, salvo poi aggiungere di non aver mai ricevuto gli approfondimenti di Regione Lombardia con i quali si rilevava l’incompatibilità.
Avendo riscontrato che il Presidente sovrintende il Consiglio di gestione, pare evidente dalla dizione letterale dell’incarico, che l’incompatibilità sia di immediato accertamento.
Ma nella terra dell’Azzeccarbugli esplicitare che la Presidente Frigerio viola le leggi sull’incompatibilità è complicato. Così gli uffici si esprimono in burocratese e ricevo comunicazione del 4 novembre da parte della direzione competente alla Responsabile anti corruzione di Regione Lombardia con la quale si evidenzia:
La responsabile anticorruzione non trovando una risposta adeguata comunica che invierà una circolare a tutti gli enti nella quale richiederà attenersi alla Legge:
Alla fine nel nuovo consiglio di gestione non troverà posto la Presidente Frigerio, ma nessuno ha avuto il coraggio di dire le cose come stanno e di farla decadere.
Proprio per evitare che la divagazione e l’oblio possa avere il sopravvento, è necessario ricordare l’intera vicenda nella speranza che non sia difficile far rispettare la legge e che all’ignavia nei confronti del potere possa prevalere il buon senso e la buona amministrazione.