La proposta di referendum elettorale della Lega è scritta da ignoranti in materia costituzionale e approvata solo per ubbidire agli ordini di chi programma l’attività politica in discoteca sotto l‘effetto del mojito.
La Cassazione non fa altro che darci ragione su quanto avevamo ampiamente previsto e anticipato in una pregiudiziale di costituzionalità: il quesito è assolutamente inammissibile.
Se la Lega non è nemmeno in grado di mettere il titolo giusto al quesito, come rilevato dalla Cassazione, figuriamoci come giudicherà il contenuto dell’intero testo.
La questione posta dalla Cassazione non è che la punta dell’iceberg di ben altre problematiche costituzionali che questo referendum vìola pesantemente.
Per l’8 novembre la Lombardia non riuscirà ad approvare una nuova proposta perché non ci sono i tempi tecnici per fare tutti gli approfondimenti del caso.
Non c’è assolutamente tempo per far capire in così pochi giorni alla Lega cosa è la Democrazia e come funziona la Costituzione.
Mi auguro che non si voglia ancora piegare a esigenze di partito il lavoro del consiglio regionale perché non è tollerabile.
Alla Lega resta solo il ritiro del referendum, anche a tutela dell’istituto referendario che non può essere svilito per fare propaganda di partito.
La maggioranza deve finirla con il perdere tempo in Lombardia, le priorità dei cittadini sono altre: sviluppo, innovazione e lavoro per tutti.
E in merito alle dichiarazioni del Presidente Fontana, aggiungo che la Lombardia ha bisogno dell’autonomi ma il tema non va però affrontato con la superficialità della Lega, c’è bisogno di una leale collaborazione tra Lombardia e Governo.
Questo è un prerequisito perché si arrivi ad approvare una buona legge che avvicini competenze e risorse al territorio.
Fin qui chi ha messo paletti e ostacoli all’autonomia è stata proprio la Lega con la scarsa trasparenza e le richieste improbabili dell’ex Ministro Erika Stefani.