La discussione oggi in consiglio regionale della mia interpellanza circa l’acquisto di azioni da parte di Regione Lombardia per circa 44 milioni di euro dagli enti locali minori soci della Milano Serravalle, mi auguravo potesse fare chiarezza circa quanto avviene nel comparto autostradale. Si chiedeva inoltre conto del giudizio instaurato dal Comune di Milano per la valutazione delle azione detenute per una misura del 18,6 % del capitale, su cui sussistono contrasti circa il valore da attribuire. Si parla di altre decine di milioni di euro per i quali l’unica risposta è stata che l’accertamento tecnico preventivo non si è ancora concluso. Come si può ben immaginare nessuna risposta su di un’ipotetico riassetto del settore in cui Regione Lombardia è presente con una holding che è in liquidazione (ASAM che detiene le azioni di Milano Serravalle). Insomma il buio completo in un settore strategico per una molteplicità di motivi. E’ evidente che in una tale carenza di strategia politica parlare di piano industriale è un miraggio. Del resto solo pochi giorni fa il direttore generale della Milano Serravalle è stato licenziato per “gravi negligenze, imperizia e colpevole inerzia che avrebbero potuto portare a gravissime conseguenze per l’utenza di quel tratto autostradale, oltre che a comportare pesanti riflessi nei rapporti della società con il concedente”. E’ chiaro che ci sono grandi problemi di governance e di strategia politica. La Milano Serravalle, un tempo la gallina dalle uova d’oro, è ormai un colabrodo, con un patrimonio che rischia di essere asciugato dalla Pedemontana. Quindi si vive alla giornata nella speranza che il contenzioso di Strabag su Pedemontana si risolva con poche centinaia di milioni di risarcimento del danno. A pagare tanto saranno gli automobilisti che pagano il pedaggio ai caselli.