L’accordo per la presa in carico dei pazienti cronici, il ruolo di clinical manager dei MMG (Medici di Medicina Generale) e dei pediatri, rappresenta una sconfitta per la politica regionale sanitaria. La riforma della cronicità è un fallimento dato che i primi a criticarla e a mettersi di traverso nella realizzazione sono stati i Medici di Medicina Generale. Ora la Giunta con questo accordo cerca di addolcire la pillola e di portare i medici dalla sua parte attribuendo loro un ruolo con conseguente compenso. Ma il disegno è comunque chiaro fin dall’inizio. Portare definitivamente la sanità lombarda nelle mani del privato. Il 70 % della spesa sanitaria è relativa alla cura del paziente cronico. Che rappresenta una fonte certa di cure e quindi di ricavi costanti nel tempo. Se la gestione della cronicità finirà nelle mani dei privati, il rischio è di una irreversibile sconfitta della sanità pubblica che non potrà più contare su adeguate economie di scale. L’accordo presentato oggi è un passaggio intermedio, una sorta di trampolino di lancio verso la gestione della cronicità tramite il privato. I clinical manager, che non sono altro che una denominazione anglosassone del “medico della mutua” diventeranno facili prede della sanità privata che offrirà loro soluzioni innovative e altri servizi relativi alla presa in carico del paziente cronico, utilizzando tecniche di marketing collaudate. E’ proprio il caso di dire che è un film già visto, e non mi riferisco a quello con Alberto Sordi nell’incomparabile “Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue”, ma di quello relativo alla spesa farmaceutica, dove antibiotici e pastiglie vengono prescritte con grande facilità per la gioia dell’industria farmaceutica e con il risultato di avere in Italia la resistenza agli antibiotici tra le più elevate in Europa e quasi sempre al di sopra della media europea. Per il Movimento 5 Stelle la gestione della cronicità deve essere l’occasione per il rilancio della sanità pubblica e non della sua morte. Per questo si auspicano investimenti e assunzione di personale negli ospedali pubblici. Oltre a puntare sulla medicina territoriale e di gruppo e l’infermiere di famiglia. Siamo pronti a confrontarci su questi temi sia a livello lombardo che nazionale.