È molto curioso che coloro che due anni fa plaudivano alla riforma costituzionale proposta da Matteo Renzi, assurta ad esempio di riforma semplificatrice del sistema e propedeutica ad una conseguente crescita economica, smentiti dagli elettori prima, e dai fatti poi, ora si scaglino pesantemente contro la manovra del popolo. A sentire l’Europa e Confindustria sarebbe stato fondamentale rilanciare l’economia a scapito delle garanzie democratiche. Insomma una ricetta degna dei Chicago boys, i consulenti economici di Pinochet. Fortunatamente gli elettori hanno capito e hanno inesorabilmente bocciato questa proposta con la netta e consapevole presa di posizione dello scorso 4 marzo.
Questo governo sta ora facendo esattamente quello che aveva promesso in campagna elettorale ponendosi in forte discontinuità rispetto ai precedenti. In altri paesi, per esempio negli USA, tutto questo avviene ad ogni cambio di amministrazione. Senza andare troppo lontano, nel 2009 Obama fece approvare una manovra da 800 miliardi di dollari per uscire dalla crisi post Lehman Brothers, basata su una serie di sgravi fiscali, sull’espansione delle prestazioni a sostegno dei disoccupazione e a favore dell’assistenza sociale, della spesa nazionale in materia di istruzione, assistenza sanitaria, e infrastrutture, compreso il settore energetico. In quell’occasione tuttavia il sistema, non ne impedì l’approvazione schierando contro la manovra economica “espansiva” tutte le forze di cui disponeva. Nell’Italia del 2018, invece, ci ritroviamo i poteri forti che tentano di delegittimare le azioni del Governo italiano imponendo soluzioni di politica economica sonoramente bocciate dagli elettori, e per di più condannate dalla storia. È evidente che qualcuno sta difendendo i privilegi di pochi perché ci troviamo dinanzi a politiche che suonano come rivoluzionarie, non solo per il nostro Paese, ma anche per l’Europa intera. Ciò che la Grecia di Tsipras non ha avuto il coraggio di fare qualche anno fa, lo sta facendo oggi il Governo italiano ponendo l’Europa dinanzi ad un bivio: permettere all’Italia di attuare la politica economica che gli elettori richiedono a gran voce al proprio governo oppure comportarsi da oligarchia politica, non eletta da nessuno, prona soltanto ad imporre soluzioni che avvantaggiano la finanza e mortificano le popolazioni che vertono in situazione di pesante disoccupazione e disagio sociale.
Vien da chiedersi a questo punto come mai tutti questi saggi, esperti di economia e di politica, non siano in grado di fornire a tutti i cittadini che ne hanno bisogno un lavoro, così come previsto dall’articolo 4 della Costituzione, per garantire loro un’esistenza libera e dignitosa. Dal momento che non ci sono riusciti fino ad oggi, sarebbe bene che la smettessero di dare consigli e propinare ricette salvifiche, e che mettessero mano al portafogli per fare i necessari investimenti di cui le imprese hanno urgente bisogno. Non siamo più disposti ad accettare consigli e suggerimenti da coloro che hanno sostenuto i Benetton e che hanno consentito a Versace e alla Candy di lasciare il nostro Paese. La festa è finita. Per i prossimi 5 anni lasciateci lavorare. Saranno poi gli elettori a giudicare fra cinque anni nelle urne., così come avviene in tutti i paesi democratici. Forse però qualcuno preferirebbe vivere in un’Italia simile al Cile o in una nazione a sovranità limitata come avveniva quando l’azione di Governo veniva condizionata dalle bombe nelle piazze e dalla mafia.