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SULLA GIUSTIZIA TANTA SPECULAZIONE E POCA CHIAREZZA

Tante polemiche sulla riforma della giustizia sono strumentali e destinate solo a creare dissidi all’interno della parte politica avversaria.
Intanto, senza adeguate risorse umane e strumentali, è difficile far funzionare al meglio la giustizia. Esattamente come senza medici e infermieri non si è in grado di fronteggiare il COVID.
Ma non vedo, rispetto alla mobilitazione di risorse che abbiamo avuto in Sanità, la medesima nell’ambito giudiziario.
Poi c’è la Lega che vuole cambiare la giustizia con i referendum. Come se abrogando le leggi poi tutto funzionasse meglio.
Ma se non si interviene delineando meglio il ruolo del PM e la relativa separazione delle carriera dalla magistratura giudicante, e se soprattutto non si mettono adeguate risorse, si rischia l’ennesimo buco nell’acqua.
Per capire il livello di strumentalizzazione della giustizia, basti immaginare che a breve il Consiglio regionale della Lombardia voterà sui referendum sulla giustizia della Lega, in quanto se approvati da 5 consigli regionali si può evitare la raccolta delle firme.
È chiaro quindi che si stanno per l’ennesima volta mischiando le carte in tavola creando una cortina fumogena per evitare di prendere le giuste decisioni.
Indispettendo l’elettorato 5 Stelle per cercare di dividere il Movimento e magari farlo uscire dal Governo Draghi. Che è forse è il più liberista degli ultimi anni, ma è una manna dal cielo rispetto a un possibile Governo Salvini-Meloni con il relativo codazzo di nani e ballerine.
Su argomenti tanto tecnici è difficile fare una sintesi politica. Ma non dobbiamo nemmeno cadere nel tranello teso dai due Matteo che vorrebbero dividere il Movimento 5 Stelle per poter distruggere definitivamente lo stato di diritto.
LA GIUSTIZIA CON LE TOPPE E LA TRAPPOLA DELLA PRESCRIZIONE
Come i referendum sulla giustizia di Salvini sono uno spot elettorale, così la bandiera della prescrizione agitata da Bonafede era parte integrante della propaganda a sostegno del relativo Governo.
Nessuno dei citati provvedimenti può incidere molto su una giustizia allo sfascio da anni. Certamente Conte ha cercato di immettere nei ruoli risorse fresche ma siamo ben lontani da riempire gli organici.
🔻Alla fine del 2020 erano in servizio negli uffici giudiziari n. 9.100 magistrati ordinari, a fronte di un organico complessivo di n. 10.751 posti, per cui residuano n. 1.313 posti vacanti negli uffici giudiziari e n. 534 posti da coprire con nuovi concorsi.
🔻La magistratura onoraria, che presenta una costante decrescita di presenze, è composta da 1.169 giudici di pace (pianta organica n. 3.512), 2.035 giudici onorari di tribunale (organico previsto di n. 2.714), 328 giudici ausiliari di Corte d’appello (organico di n. 400 unità) e 1.722 vice procuratori onorari (a fronte di un organico di n. 2.080), nonché 13 giudici ausiliari di Corte di cassazione addetti alla Sezione tributaria (organico stabilito in di n. 50 unità).
🔻Per gli organici del personale amministrativo addetto agli uffici giudiziari si registra una percentuale di scopertura nazionale del 26,19% (43.304 posti in pianta organica contro solo 32.216 presenti), superiore a quella dell’anno precedente, nonostante le recenti immissioni, tra l’altro, di n. 1.927 dipendenti, di cui 807 assistenti giudiziari.
È come se nella finale contro l’Inghilterra fossimo scesi in campo in 8 anziché in 11.
È evidente che con questi numeri non si vince la partita contro la malagiustizia. Ma è doveroso dire che, come i referendum di Salvini fanno parte di quel populismo trash che caratterizza la politica della Lega, quello che accade con la prescrizione nel Movimento 5 Stelle è la giusta pena del contrappasso.
Si è puntato troppo su argomenti simbolici (prescrizione, Reddito di cittadinanza, Spazzacorrotti, ecc.) con il risultato che ora ai nostri “nemici” basta mirare a questi argomenti per far naufragare la politica a 5 Stelle.
Ma così come non era lo Spazzacorrotti che ci avrebbe salvati dalla corruzione, non è il caso di agitarsi troppo per la modifica della prescrizione. Chiediamo piuttosto che gli organici vacanti siano tutti coperti entro il corrente anno.
Probabilmente è una richiesta comunicativamente poco spendibile e anche dal sapore troppo statalista; se poi dici che vuoi assumere dei PM ti dicono pure che sei “manettaro”.
Il vero problema è che siamo caduti nella trappola che ci hanno teso per dividere il Movimento e renderlo inoffensivo ma non ce ne siamo nemmeno accorti.
RIFORMA DELLA GIUSTIZIA: SBAGLIATO INCAPONIRSI SULLA PRESCRIZIONE
In questa legislatura abbiamo avuto modo di attuare provvedimenti importanti sull’organizzazione della giustizia.
🔹Con la legge di bilancio per il 2019 si è modificata la pianta organica della magistratura ordinaria portandola a 10.751 unità, con un incremento di 600 magistrati rispetto alla precedente dotazione, fissata con legge n. 181 del 13 novembre 2008.
🔹In quella occasione l’aumento fu modesto (42 unità). Aumenti più consistenti si erano registrati nel 2001 (legge n. 48 del 13 febbraio 2001 con 1000 unità) e nel 1993 (legge n. 295 del 9 agosto 1993 con 600 unità).
🔹L’art. 11 del decreto legge 9 giugno 2021, n. 80, che introduce nuove modalità di reclutamento per le assunzioni nella Pubblica Amministrazione, prevede l’avvio di nuovi concorsi pubblici per le assunzioni nel Ministero della Giustizia.
🔹I bandi di concorso serviranno al reclutamento di 16.826 risorse da assumere in qualità di addetti ufficio processo nel periodo 2021-2024. Mi auguro che il decreto venga convertito senza problemi e che anzi le immissioni in ruolo siano anticipate al 2022 e di non dover aspettare il 2024.
Insomma, qualcosa di concreto nell’ambito della Giustizia in questa legislatura lo abbiamo fatto. Non vale certo la pena buttare via tutto per incaponirsi sulla prescrizione.
Nei Governi di coalizione non si può ragionare con la logica del “tutto o niente”, si deve invece lavorare sulla mediazione, unico metodo per portare a casa qualcosa. Sta ai nostri portavoce essere abili nelle trattative e nella successiva comunicazione di quanto ottenuto.
Se però diamo credito alle logiche disfattiste di certa stampa fin troppo schierata, facciamo solo il gioco di chi vuole indebolirci.

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