I tagli delle risorse e le condizioni in cui vertono i lavoratori dell’ASST di Monza sono insostenibili.
Ho incontrato il direttore Generale e l’Assessore regionale al Welfare Giulio Gallera per fare il punto della situazione sulla stato di agitazione del personale sanitario della ASST.
Ho ribadito ciò che sostengo da tempo: la provincia di Monza – Brianza è la più densamente abitata d’Italia e, di contro, forse quella con l’aria più inquinata ed è per queste ragioni che la sanità brianzola merita di ricevere una maggiore attenzione e più cospicui investimenti da parte di Regione Lombardia.
Inoltre, ho appreso che le risorse che verranno inserite per effetto dello sblocco delle assunzioni voluta dall’ex Ministro della Salute Giulia Grillo, verranno solo in minima parte impiegate nella provincia di Monza.
Al fine di tutelare i cittadini brianzoli e i lavoratori del comparto, chiedo che le somme destinate per l’anno 2020 pari a 24 milioni a livello regionale siano ripartite in modo da non penalizzare la Brianza garantendo un incremento di spesa in proporzione del numero di abitanti che è il più densamente abitato d’Italia.
Le risorse, inoltre, dovranno prevedere anche l’aumento di spesa per la trasformazione del San Gerardo in IRCCS.
Il problema è che tutta la mala gestione finanziaria andrà a ricadere a cascata sui cittadini che continuano a lamentarsi per i disservizi sanitari.
Sembra, infatti, che sulla sanità a Monza e Brianza la Regione voglia fare le nozze con i fichi secchi. È questo il messaggio che è arrivato dopo la riunione tra i consiglieri regionali, i rappresentanti della ASST di Monza e l’assessore Gallera.
Da un lato sono emerse Le lamentele quotidiane degli utenti sui disservizi della sanità brianzola che non sono una novità, ma sono il risultato di una politica che ha tentato e tenta tutt’oggi di privatizzare la sanità lombarda. Se paghi fai la visita subito mentre se vuoi far valere la tua garanzia costituzionale di poterti curare grazie al sistema sanitario, devi aspettare mesi prima di poter fare una visita.
Dall’altro è emerso che i lavoratori protestano per le condizioni di lavoro e di precarietà, per i servizi esternalizzati e per la mancanza di personale oltre ai turni estenuanti.
In mezzo a tutto ciò, l’Assessore Gallera che promette di istituire un IRCSS a Monza, come da mia proposta, quale fulcro per la revisione dei confini della sanità brianzola.
Nessuno ha capito che la mia proposta intende riportare la sanità pubblica al centro dell’attenzione pubblica.
Per fare tutto ciò occorre destinare le risorse come stabilito del decreto Calabria. “Sensa danee se fa nigutt” direbbero i miei nonni.
Quindi, se vogliamo veramente cambiare rotta sulla sanità, la provincia di Monza e Brianza deve avere la priorità nell’assegnazione delle risorse, altrimenti abbiamo solo perso tempo.
Non potrei tollerare che a Monza vadano meno risorse della media spesa sul territorio lombardo in relazione alle risorse da assumere.
Per fortuna che i lavoratori si sono mobilitati. Ora attendiamo la mobilitazione dei pazienti cronici.