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A rischio la clausola sociale negli appalti pubblici

Altra tegola sui lavoratori della sanità lombarda a seguito di una sentenza del TAR Lombardia. A essere messa in discussione la clausola sociale e cioè il diritto dei lavoratori ad essere trasferito alla nuova ditta in caso di passaggio di appalto. Il TAR  ha ritenuto incompatibile con la libertà di organizzazione d’impresa la clausola sociale, e l’impegno per le aziende di somministrazione ad assumere a tempo indeterminato le persone da impiegare presso gli ospedali. La sentenza si riferisce ad un accordo sottoscritto nel 2017 con cui, insieme a Regione Lombardia, le organizzazioni sindacali avevano definito le condizioni di tutela della continuità di occupazione di oltre 700 lavoratori e lavoratrici. La vicenda interessava il bando della Asst Niguarda per un appalto di lavoro in somministrazione presso numerose strutture sanitarie e i principali player del lavoro temporaneo Adecco, Manpower, Gi Group e Randstad.

La situazione oltre che drammatica per i lavoratori interessati non è che una delle conseguenze della massiccia privatizzazione del sistema sanitario lombardo. Non solo con il sistema dell’accreditamento delle strutture private, ingenti risorse vengono “dirottate” verso i privati senza adeguati strumenti di controllo sulla qualità ed economicità del servizio, ma il sistema pubblico viene costantemente ridimensionato. Tra personale che non viene sostituito ed esternalizzazione di servizi con manodopera a basso costo a rimetterci è la qualità del servizio e in definitiva i cittadini. Il massiccio ricorso al lavoro precario nelle strutture private ha lo scopo di massimizzare il profitto delle aziende sanitarie private, mentre nel pubblico ha l’effetto di creare ulteriore disservizio nel sistema sanotario. Il mix di effetti è che le risorse vengono spostate verso i privati (ritenuti dalla maggioranza di governo più efficienti) che realizzano profitti, mentre il sistema pubblico si avvia lentamente verso l’irrilevanza. A farne le spese sono ora i lavoratori che vengono sacrificati sull’altare della precarietà per ottenere riduzioni di costo per trasferire risorse verso il sistema privato. Lavoratori non soddisfatti sono il primo indice di scarsa qualità del servizio, con tutte le conseguenze del caso per la salute e il benessere dei pazienti. Ormai il sistema è avviato e se viene messa in discussione la “clausola sociale” sarà inevitabile un peggiormente complessivo e progressivo di tutto il comparto sanitario con pesanti conseguenze per gli utenti. Gli unici vincitori di questa situazione sono gli imprenditori privati del comparto sanitario.

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