In data 15 marzo 2018 ho avuto un cordiale colloquio con il Prefetto di Monza dr.ssa Villasi per meglio comprendere le ragioni della revoca del commissariamento dell’appalto rifiuti di Monza. Dall’incontro è emerso che dalla data della revoca del provvedimento gli utili aziendali non verranno più accantonati ma restano nella disponibilità della Sangalli
Da questo punto di vista il provvedimento appare come un danno verso il Comune che non potrà beneficiare dell’utile contrattuale dell’ultimo semestre contrattuale e di quello dell’eventuale probabile proroga. Ma perché non si è portato il commissariamento fino al “completamento dell’esecuzione del contratto” come previsto dalla norma?
Tra l’altro il provvedimento arriva dopo la sentenza del Consiglio di Stato del 19 gennaio 2018 che confermando il commissariamento così conclude:
“A fronte di ciò ben poco rilievo può essere attribuito alla mera dismissione delle cariche operative, da parte dei componenti della famiglia Sangalli coinvolti nelle vicende penali sopra richiamate, e le altre (invero modeste) misure di self cleaning segnalate dall’appellante, dovendosi tuttora considerare corretta e concreta la valutazione dell’amministrazione sulla permanente attualità del pericolo di infiltrazioni criminali di tipo corruttivo che la gestione commissariata dei due rilevanti contratti in corso di esecuzione è finalizzata a prevenire.
In conclusione l’appello proposto (dalla Sangalli ovviamente n.d.r.) risulta infondato e deve essere respinto”.
Il provvedimento del Prefetto riferisce che i figli del defunto Sangalli hanno dato le dimissioni da dirigenti della società a metà gennaio 2018 e che pertanto il commissariamento può essere revocato. Nell’incontro è anche emerso che il Prefetto ha revocato anche il commissariamento della Servicedent a seguito della richiesta di concordato da parte della ditta stessa. La Servicedent era al centro dell’inchiesta Smile sulla sanità lombarda. Insomma nella Servicedent comunque ora ci saranno dei commissari nominati dal giudice fallimentare, mentre alla Sangalli vi è un consiglio di amministrazione nominato dalla proprietaria e vedova del defunto fondatore (il Presidente della Sangalli è anche ex Presidente della Pedemontana). Due contesti molto diversi, in cui un contratto viziato da corruzione, le cui prestazioni sono evidentemente inique continua a produrre i suoi effetti. E’ pacifico visto quanto accantonato dal commissario (si parla di diversi milioni di euro) che il prezzo dell’appalto fosse eccessivo per effetto delle note vicende corruttive. E questo anche dopo la “incredibile” transazione fatta dall’ex Sindaco Scanagatti. Ritengo poco opportuno il provvedimento prefettizio, così come ritengo che la transazione non dovesse essere nemmeno presa in considerazione.
In tutto questo il silenzio della politica non è strano? Forse perché questo provvedimento di “amnistia” verso la Sangalli giova sia alla vecchia che alla nuova amministrazione comunale?
La conclusione che sembra trarsi da questa storia è che i potenti non pagano mai. A pagare sono i poveri cittadini monzesi con la TARI più alta della Provincia. Contro la corruzione ci vuole fermezza e ogni comportamento a rischio deve essere contrastato. La misura mi pare troppo indulgente rispetto ai rischi. D’altronde pur potendo non credo che il Comune vorrà impugnare il provvedimento di revoca al TAR. Il territorio brianzolo è devastato dalle inchieste sulla corruzione e sulle infiltrazioni criminali. L’attenzione deve essere massima e le misure di contrasto elevatissime. I cittadini di Monza devono vedersi restituire il maggiore prezzo pagato in termini di TARI per effetto di un contratto viziato da corruzione.
TO BE CONTINUED….